- Sr[SO4]-
CLASSE MINERALOGICA: Solfato GRUPPO: Trimetrico SISTEMA: Rombico GRUPPO SPAZIALE: Pnma GEMINAZIONE: Molto rare ABITO: Di solito presenta cristalli euedrali, tabulari o prismatici. Si può trovare anche celestina di aspetto nodulare, fibroso e granulare DUREZZA: 3 - 3,5 PESO SPECIFICO: 3,96 INDICE DI RIFRAZIONE: α=1,621 β=1,623 γ=1,630 δ=0,009 COLORE: Incolore, binca, blu chiaro, rossiccia, verdognola, bruna. LUCENTEZZA: vitrea o amdreperlacea TRASPARENZA: Da trasparente a traslucida SFALDATURA: {001} perfetta; {201} buona. STRISCIO: Binco FRATTURA: Concoide PLEOCROISMO: Assente GENESI: La celestina può avere origine idrotermale, in associazione a galena e blenda, oppure sedimentaria evaporitica in associazione a Zolfo, Gesso, Aragonite e cloruri. GIACIMENTI: Stati Uniti (Ohio, Michigan), Madagascar (cristalli ben formati di colore blu), Inghilterra, Egitto in Italia vi sono giacimenti in Sicilia. CENNI STORICI: Il nome deriva dal latino caelestis=celeste, a causa del colore blu. In antichità aveva una sua importanza in quanto veniva usata per colorare di rosso le fiamme sacre (questo effetto stupiva e terrorizzava i credenti). In tempi successivi fu invece utilizzata per i primi rudimentali fuochi d'artificio. ALTRE CARATTERISTICHE ED UTILIZZO: Colore rosso al test alla fiamma (si distingue così dalla Barite che alla fiamma è verde pallido); alcuni campioni sono fluorescenti ai raggi UV. La celestina si utilizza come colorante nell'industria chimica, per la produzione di preparati di stronzio utili nel campo della pirotecnia, della ceramica, della cosmesi, dei lubrificanti; a volte si estrae stronzio puro da impiegare come metallo. COMMENTO: La celestina si riconosce grazie ad abito, colore e saggio alla fiamma. La bellezza dei cristalli, la buona lucentezza e la stupenda tonalità di blu. CAMPIONI IN ESPOSIZIONE AL MUSEO: STANZA: TECA: DESCRIZIONE CAMPIONE:
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